DIECI PASSI AVANTI

“Questa è la storia di quattro persone, chiamate Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno. C’era un lavoro importante da fare e Ognuno era sicuro che Qualcuno lo avrebbe fatto. Ciascuno avrebbe potuto farlo, ma Nessuno lo fece. Finì che Ognuno incolpò Qualcuno perché Nessuno fece ciò che Ciascuno avrebbe potuto fare”.


Il team di volontari che, quest’anno, svilupperà il progetto “A.S.I.A PUNTO RETE” – definizione che, volutamente differisce dalle precedenti perché segna la “fine” di un ciclo – è composto da dieci persone: Francesca Ciano, Elettra De Giuli, Valentina Fustolo, Nicola La Brocca, Giovanni Masella, Marco Nazari, Martina Odino, Martina Sardano, Daniele Telmi e Laura Tribuzio.
Il progetto, proposto dal Comune di Gaeta, è intitolato A.S.I.A – acronimo di assistenza, solidarietà, integrazione, autonomia – e si propone di dare continuità alle attività del primo progetto, così denominato, approvato nel 2006.
Nello specifico, in qualità di volontari, presteremo il nostro servizio – individualmente, ma con il supporto di personale qualificato – nell’ambito scolastico, affiancando alunni con disabilità; nell’ambito domiciliare ed extramurario, assistendo persone anziane e presso il Centro Diurno per adulti con disabilità gravi.
In aggiunta, prenderemo parte ad attività trasversali, anch’esse predisposte dal Comune, per promuovere l’impegno di Servizio Civile sul territorio, nonché per fortificare ulteriormente la nostra identità di gruppo.
Un gruppo, appunto, di dieci persone che, pur non potendo scegliersi l’una con l’altra, hanno scelto un fine comune, ognuno con motivazioni ed aspettative personali.
Così abbiamo raccolto, su un foglio, le nostre ragioni e, fermo restando la diversità che caratterizza ciascuno, sembra emergere un fil rouge, un filo rosso che ci lega gli uni agli altri.
Per esempio, Laura – che ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti – scrive di “voler condividere la sua esperienza personale nell’ambito della disabilità e di voler mettere a disposizione la sua conoscenza per uno scambio di nuove sensazioni e vite”.
Sulla stessa lunghezza d’onda è Marco – laureato in Scienze Motorie – che, complice un’esperienza pregressa come volontario, in un campo-scuola, vorrebbe “maturare nuove conoscenze e competenze utili per il suo futuro lavorativo”.
A Valentina piacerebbe, in virtù della sua laurea in Turismo e Gestione delle risorse ambientali, “approfondire [con la partecipazione ad A.S.I.A] le proprie conoscenze nell’ambito dell’accessibilità territoriale, con l’obiettivo di spronare Gaeta ad essere una città libera da barriere”.
Elettra, laureata in Lettere ed interprete LIS (lingua dei segni italiana), desidera “entrare in contatto con la sfera della disabilità a tutto tondo, avendo già approcciato alla sordità, con l’obiettivo di poter mettere a frutto le proprie conoscenze e produrre una scalfittura nella barriera che, ancora oggi, avvolge le disabilità sensoriali”.
Dello stesso avviso è Francesca che, con la sua formazione in Psicologia e il suo lavoro in Casa Famiglia, come Psicologa, scrive di “volersi mettere alla prova e di voler acquisire nuove competenze spendibili in campo professionale”.
Giovanni, laureato in Storia dell’Arte, gioca la partita del Servizio Civile nel ruolo di outsider, descrivendolo come “un’opportunità per mettersi in gioco: immergersi nel sociale e capire come funzionano certi ambiti e situazioni”.
Nicola invece, diplomato al Nautico, ha già avuto, grazie all’alternanza scuola lavoro, la possibilità di interfacciarsi con la disabilità. La speranza che ripone nel Servizio Civile, infatti, è quella di “vivere un’esperienza unica nel suo genere per aiutare persone in difficoltà”.
Unanime, infine, il punto di vista di Daniele, diplomato all’Alberghiero, Martina O. neo-diplomata in Ragioneria e Martina S., diplomata in IPC, segretaria d’azienda, che hanno deciso di tuffarsi in questa esperienza per conoscere frangenti nuovi, diversi.
Quindi, crediamo che il filo rosso che sembra legare la nostra scelta di intraprendere il Servizio Civile, possa essere riassunta con una massima di R.Tagore che recita:

“Sognai, e vidi che la vita è gioia; mi destai, e vidi che la vita è servizio. Servii, e vidi che nel servire c’è gioia”.

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